venerdì 29 gennaio 2010

Vendola: lo smemorato di Terlizzi


































So che sto per dare grosse delusioni ai supporters di Vendola e, di riflesso, fiato alle trombe degli elettori di destra, ma qui è in gioco il futuro della mia città e, sinceramente, non me ne frega niente delle battaglie per la conquista delle regionali pugliesi.
Spero anche che (per un po') non mi si accuserà di puntare il dito solo contro Ponzio Pilato Romani, visto che sto per parlarvi di Vendola, lo smemorato di Terlizzi.
Tutti ci siamo sentiti rassicurati dalla presenza di Vendola al corteo No-Petrolio e dalle parole da lui pronunciate il giorno prima: "Qualunque ritorno a una idea antica di crescita economica fondata sullo stupro ambientale da noi sarà rigettata con fermezza e determinazione... Il nostro petrolio sono i giovani, sono i ricercatori, sono i talenti."
Belle parole, perché i FATTI o le OMISSIONI sono di tutt'altro segno da parte di TUTTI, destra e sinistra, Romani e Leoci, Prestigiacomo e Vendola.
Vendola, dicevo...
Mi è costata fatica (e tempo) spulciarmi qualche annata del Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, anche perchè la lettura (in puro burocratese) di leggi e decreti non è particolarmente piacevole: ho altri gusti letterari e lo slalom fra note ed allegati, relazioni e proposte, alla mia età mi sfianca. Ma ne è valsa la pena.
Il giorno che Vendola deve aver cancellato dalla sua memoria (ma noi stiamo qui a rinfrescargliela) è quello del 12 febbraio 2008, quando la GIUNTA Regionale Pugliese si riunisce e delibera (nella stessa seduta) ben 6 provvedimenti a favore dello "stupro ambientale" per usare le parole del Nichi.
Le delibere (ripeto, tutte del 12 febbraio 2008) sono le seguenti:
n.131 Istanza permesso di ricerca idrocarburi “Fiume Bradano”
n.132 Piano Regionale Attività Estrattiva – Proroga termini prosecuzione attività estrattiva.
n.133 Concessione di coltivazione idrocarburi “Torrente Celone” Istanza variazione integrativa programma lavori.
n.134 Istanza permesso di ricerca idrocarburi “Monte Carbone”
n.135 Istanza permesso di ricerca idrocarburi “Manduria”
n.136 Istanza permesso di ricerca idrocarburi “Massafra”
In TUTTI i sei casi la "Giunta delibera di esprimere il proprio ASSENSO" su relazione dell'Assessore all'Ecologia, Prof. Michele LOSAPPIO.
Non ho qui lo spazio per dettagliare ogni singola delibera, anche perché non voglio toglierVi il piacere (!!!) di leggervele da soli, ma un piccolo riassunto  posso tentarlo.
Quattro delibere (131, 134, 135, 136) si riferiscono ad Istanze di permesso di ricerca idrocarburi: in pratica sono casi gemelli di quello della famosa lettera "smarrita".
In questo caso la Regione non ha smarrito nulla e ha dato il proprio assenso ai campi petroliferi (in terraferma) denominati "Manduria", "Massafra", "Fiume Bradano" e "Monte Carbone".
Quest'ultimo (delibera n.134) si riferisce ad una zona a cavallo tra le province di Bari, Taranto e Matera ed interessa i comuni pugliesi di Altamura, Santeramo, Laterza e Ginosa; prevede entro tre anni lo scavo di un pozzo esplorativo della profondità di 4.000 metri,
Sotto il coperchio "Manduria" (delibera 135), che interessa una zona di 959,40 Kmq, ci sono 30 comuni, quasi tutti ricompresi nel versante orientale della Provincia di Taranto, capoluogo compreso (Manduria, Maruggio, Avetrana, Crispiano, Statte, San Giorgio, Monteiasi, San Marzano, Sava, Grottaglie, Carosino, Monteparano, Torricella, Lizzano, Faggiano, Rocca Forzata, Fragagnano, Montemesola. Tra i Comuni di Brindisi e Lecce vi sono San Pancrazio Salentino, Francavilla Fontana, Oria, Villa Castelli, Erchie, Torre S. Susanna, Porto Cesareo, Salice Salentino e Nardò).
Sotto il titolo "Massafra" (956,20 Kmq da esplorare) per un investimento di oltre 6 milioni di euro, i comuni interessati sono 14 distribuiti tra le province di Bari, Taranto e Matera ed includono Ginosa, Laterza, Altamura, Santeramo, Acquaviva, Gioia, Castellaneta, Mottola, Palagianello e Palagiano.
La delibera 133 si riferisce ad un'area che è a soli 6 chilometri a sud di Foggia...

Alla fine di questo articolo troverete i links ai documenti ed alle mappe.
Per finire volevo pregare il vice presidente del Consiglio regionale, Luciano Mineo (Democratici di Sinistra) e il consigliere regionale Paolo Costantino (Democratici di Sinistra), che sono entrambi tarantini di dare una mano a Vendola perché gli torni la memoria. All'epoca dei fatti tennero anche una conferenza stampa, nella quale garruli e queruli dichiararono testualmente: «L´annuncio di questi investimenti corposi è un dato positivo in sé, la Puglia potrebbe addirittura configurarsi a nuovo Texas d´Europa anche se questi sono solo dati futuribili, peraltro relativi a fonti fossili di incerta entità ed esistenza. L´eventuale scoperta di giacimenti fossili può aprire nuovi scenari». PROSIT
Gigi Zazzera

Links:

Estratto del BUR (Bollettino Ufficiale della Regione Puglia), Anno XXXVIII n.35 del 4 marzo 2008

Estratto dal BUIG (Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e della Geotermia), Anno LII n.7 del 31 luglio 2008

Mappa del campo petrolifero denominato "Massafra"

Mappa del campo petrolifero denominato "Manduria"

Intervista di Mineo e Costantino a La Repubblica (28 marzo 2008), Edizione locale Bari, pagine 1 e 3

lunedì 25 gennaio 2010

PURA FOLLIA!!!



Quanto sto per raccontarvi a me sembra incredibile e sono certo che lo sarà anche per voi.
Devo però, prima, dare alcune spiegazioni, perché io possa farmi comprendere.
Come sapete, difronte alle coste di Monopoli (e allungandosi verso Brindisi) vi sono 8 campi petroliferi.
Ciascuno ha un nome e sono tutti colorati secondo un codice di colori:
in GIALLO sono le aree per le quali è stata richiesto il permesso di ricerca;
in VERDE sono le aree per le quali è stato concesso il permesso di ricerca;
in ROSSO è l'area che già produce (o ha già prodotto) gas o petrolio.
Nel momento in cui la compagnia fa domanda di assegnazione di un'area, il Ministero per lo Sviluppo la prende in esame e dopo vari passaggi, pubblica sul BUIG (Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e della Geotermia) l'istanza di permesso, assegna alla zona richiesta una sigla contenente un numero + la lettera della zona di mare (per il basso Adriatico è la lettera F) + la sigla della compagnia (nel nostro caso N.P per Northern Petroleum) e ne pubblica mappa e coordinate.
Dopo altri passaggi burocratici (Ministero Ambiente, lettere "smarrite" e quant'altro) la zona che prima era gialla fa un passo avanti, cambia nome e colore diventando verde.
In pratica, per semplificare: prima il campo petrolifero era colorato in GIALLO (=mi hai chiesto il permesso di fare prospezioni petrolifere), adesso te ne do il permesso (->VERDE).
Ora focalizziamoci su una delle due zone verdi davanti al nostro mare, quella più a sud (praticamente all'altezza di Brindisi).
Si chiama F.R 40.NP. e il conferimento del permesso di ricerca è stato emanato con decreto ministeriale il 22 giugno 2007.
Se cliccate QUI, potete leggervi il decreto in versione integrale e osservare (ultima pagina del file pdf) la mappa della zona.
Fin qui niente di strano: ma andiamo all'indietro nel tempo e scopriamo che prima di essere F.R 40.NP.(verde), quella zona si chiamava "d58 F.R-NP" (gialla).
L'istanza di permesso fu pubblicata nel BUIG del giugno 2004 a fronte di una richiesta di Northern Petroleum del 31 maggio 2004.
Cliccando QUI trovate l'istanza e cliccando QUI trovate la mappa pubblicata dal Ministero, attingendo dalle carte nautiche ufficiali della nostra Marina Militare.
Forse non noterete nulla, ma se ingrandite la mappa (cliccate QUI) vedrete che
NEL BEL MEZZO DELLA ZONA DOVE DOVREBBERO ESTRARRE PETROLIO SONO PRESENTI  ORDIGNI INESPLOSI.
Io non sono uno specialista del ramo ma non vi sembra PAZZESCO tutto questo?

sabato 23 gennaio 2010

L'avanzata dei petrolieri in Puglia continua...



A chi, rientrando dall'odierna manifestazione NO-Petrolio si è sentito in cuor suo soddisfatto ed un po' più rinfrancato nel constatare quanta gente condivideva il proprio desiderio di vivere senza minacce alla propria salute, devo purtroppo dare una brutta notizia.
Il Ministero per lo Sviluppo Economico negli ultimi due BUIG (Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e della Geotermia) pubblica ulteriori richieste da parte di compagnie petrolifere per colonizzare il nostro mare.
Si tratta di sei nuove domande che si aggiungono alle precedenti e che riguardano sia il basso Adriatico che lo Ionio.
Nel basso Adriatico le 2 nuove istanze sono state presentate dalla solita Northern Petroleum e coprono la zona che parte a sud degli 8 campi petroliferi dei quali ci siamo occupati finora (da Monopoli a Brindisi) e senza soluzione di continuità raggiungono l'altezza del capo di Santa Maria di Leuca.
Precisamente si tratta di:
- Istanza di permesso di ricerca «d71F.R-.NP» per un'area di 748,3 Kmq
- Istanza di permesso di ricerca «d72F.R-.NP» per un'area di 745,2 Kmq.
Le mappe delle due aree potete scaricarle dal mio server, cliccando sui due links seguenti:
d71F.R-.NP
d72F.R-.NP
Delle nuove 4 richieste che interessano il mar Ionio, se l'argomento non fosse così drammaticamente serio, ci sarebbe persino da ridere. Infatti leggendo le "carte" si deduce che è in corso una vera e propria guerra tra quattro compagnie petrolifere che litigano tra loro per accaparrarsi le stesse zone in concorrenza.
Esse sono: Shell Italia, Nautical Petroleum, Transunion Petroleum Italia, Northern Petroleum.
Le nuove richieste pubblicate sull'ultimo BUIG riguardano zone in concorrenza e precisamente:
- d73F.R-.SH (presentata da Shell Italia il 23 novembre scorso) in concorrenza con
  d69F.R-.TU (presentata congiuntamente da Nautical Petroleum e Transunion Petroleum Italia il 31 luglio 2009)
- d74F.R-.SH (presentata da Shell Italia il 23 novembre scorso) in concorrenza con
  d70F.R-.TU (presentata congiuntamente da Nautical Petroleum e Transunion Petroleum Italia il 31 luglio 2009)
  d76F.R-.NP (presentata da Northern Petroleum il 30 novembre scorso)
- d75F.R-.NP (presentata da Northern Petroleum il 30 novembre scorso) in concorrenza con
  d68F.R-.TU (presentata congiuntamente da Nautical Petroleum e Transunion Petroleum Italia il 31 luglio 2009)
- d76F.R-.NP (presentata da Northern Petroleum il 30 novembre scorso) in concorrenza con
  d70F.R-.TU (presentata congiuntamente da Nautical Petroleum e Transunion Petroleum Italia il 31 luglio 2009)
  d74F.R-.SH (presentata da Shell Italia il 23 novembre scorso)
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  Scusate la pignoleria con la quale ho riportato i dati ma mi premeva presentarvi due concetti fondamentali:
  - La battaglia non è solo del nostro circondario ma bisogna far sapere agli amici salentini che la loro sorte è legata alla nostra;
  - Gli appetiti sono enormi se persino le compagnie si fanno la guerra per venire in casa nostra a rapinarci e distruggere il nostro habitat.
Gigi Zazzera

venerdì 22 gennaio 2010

23 gennaio 2010: NO-Petrolio


















Sembra passato un secolo (ma è solo un mese) da quando partendo dalla scoperta della lettera "smarrita", accertavo con turbamento sempre crescente che erano ben otto i campi petroliferi prospicienti le nostre coste.
Uno, addirittura aveva già prodotto petrolio e gas per l'ENI, sugli altri sette allungava le mani la Northern Petroleum anglo-americana nella completa ignoranza dei cittadini e nell'assoluta indifferenza delle istituzioni.
Nella settimana precedente il Natale, ricordo che passai due giorni interi (con relativa notte intermedia) ad accumulare documenti e mappe, prelevandole dalla rete, alcuni facilmente, altri con tecniche un po' più sofisticate.
Aprii un blog e cominciai a pubblicare carte e links ma, vivendo a qualche migliaio di chilometri da Monopoli, vedevo scarse reazioni in loco dove, invece, furoreggiava la polemica tra i partiti, che preferivano lanciarsi accuse reciproche invece di provare a salvare il salvabile.
Mi attaccai perciò al telefono per sensibilizzare coloro che mi sembravano i più reattivi: il mio amico Tonio Cellie in primis, poi Pierfelice Zazzera, Cosimo Lamanna del CTG e, via via, gli altri.
In tanto che comunicavo, le mie ricerche continuavano anche se infastidito dai tanti (di destra e di sinistra) che mi accusavano di fornire argomenti ai propri avversari di partito per strumentalizzare la faccenda a proprio vantaggio.
Qualcuno, persino, mi disse che, avendo io lasciato Monopoli più di quaranta anni fa, non avevo il diritto di occuparmi della questione e che i monopolitani residenti erano perfettamente in grado di cavarsela da soli.
Acqua passata!
Il lavoro di sensibilizzazione è stato proficuo: domani ci sarà una grande manifestazione cittadina che richiamerà molti altri pugliesi tutti a manifestare con forza che SIAMO SOLO NOI gli ARTEFICI del NOSTRO FUTURO ed i PADRONI in CASA NOSTRA.
Tutto questo è merito di tanti: chi ha seguito le vicende succedutesi in questo mese conosce nomi e cognomi di persone, associazioni, giornali e partiti che hanno lavorato sodo, spesso anche in allegro disordine ed insana autonomia, con faticoso spontaneismo che, comunque, ha prodotto questo primo risultato che stiamo per cogliere domani.
Il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola ed il Sindaco di Monopoli, Emilio Romani parteciperanno anche loro domani al corteo NO-Petrolio. Forse se avessero, entrambi, aperto maggiormente gli occhi e preso più a cuore gli interessi di coloro che li hanno eletti questa angoscia ce la saremmo risparmiata...
Ma non è il momento delle polemiche!
Da domani dobbiamo stare TUTTI INSIEME per vincere la battaglia della salute e della salvaguardia dei nostri tradizionali interessi economici: la pesca, il turismo, l'agricoltura.
Il male (che abbiamo scoperto in tempo) forse ci ha portato un beneficio: quello di far rinascere in tutti noi una maggiore sensibilità e attenzione all'ambiente in cui viviamo.
E questo ci sarà utilissimo per affrontare (forse) altre dure battaglie!
Gigi Zazzera

La Puglia resiste!


Vendola a Monopoli al corteo di domani 23























A Monopoli, contro le piattaforme
Autore: Nichi Vendola


Il governo centrale deve stare molto lontano dalla Puglia.
Quando immagina di mettere le mani sul nostro mare per fare le piattaforme petrolifere, deve sapere che la reazione dei pugliesi sara durissima.
Perche’ noi amiamo il mare e il petrolio significa la devastazione del mare.
Il nostro petrolio sono i giovani, sono i ricercatori, sono i talenti.
E vogliamo chiarire che la piattaforma petrolifera è bene che se la scordino, e che le centrali nucleari è bene che non ci provino a farle, e che contro il rigassificatore a Brindisi è bene che ricordino che già una intera comunità si è sollevata.
Noi abbiamo detto molti sì, come quelli per le energie rinnovabili. Abbiamo detto sì alla modernizzazione delle infrastrutture, alla ecosostenibilità anche in termini di riqualificazione delle periferie. Qualunque ritorno a una idea antica di crescita economica fondata sullo stupro ambientale da noi sarà rigettata con fermezza e determinazione.
Le imprese di oggi possono essere competitive se fanno della sostenibilità ambientale un contenuto economico. E quindi se modernizzano gli apparati produttivi, se per esempio spendono risorse per l’ambientalizzazione delle loro aziende.
Dai camini delle fabbriche non deve più uscire veleno.
Le imprese ad alto impatto ambientale sono imprese che devono essere poste di fronte alle proprie responsabilità. Oggi la salute, la vita e la qualità dell’ambiente non sono discorsi vacui, ma la priorità nell’agenda di governo, almeno per me.
Per questo motivo domattina alle 10.00 sarò a Monopoli, al fianco dei cittadini, per protestare contro le piattaforme petrolifere.

Competizioni sportive


sabato 16 gennaio 2010

Sinergie


venerdì 15 gennaio 2010

Petrolio+oleodotto+deposito militare: ERA TUTTO COMBINATO



On. Pierfelice Zazzera - Al Ministro della difesa
Per sapere - premesso che:
Monopoli è sede del 4o deposito carburanti di grande capacità delle Forze Armate realizzato negli anni '40;
con l'approvazione della finanziaria per il 2010 e la costituzione della società Difesa Servizi spa (articolo 2, comma 27) il Governo ha introdotto importanti trasformazioni nell'ambito della gestione del patrimonio delle Forze Armate, mentre il Ministero dell'economia e delle finanze potrà vendere gli immobili a privati;
il 16 giugno 2009 la sala operativa dell'Esercito Comlog Roma comunica che il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito ha approvato la dismissione del deposito carburante di grande capacità di Monopoli;
il 22 luglio 2009 il Comando logistico dell'Esercito emana un appunto in merito alla dismissione del deposito carburanti di grande capacità di Monopoli; nel suddetto appunto si fa presente che la dismissione della struttura deve avvenire entro la fine del 2009 e che l'ufficio personale si dovrà occupare del reimpiego del personale, l'Ufficio MOTRA della dismissione del terminal ferroviario, il dipartimento TRAMAT-MOTG degli oneri connessi con lo smaltimento dei prodotti petroliferi residui con verifica dei rischi associati e il dipartimento TRAMAT-AVES formulerà delle proposte riguardante la gestione del transitorio;
all'interrogante risulta che il giorno 8 settembre 2009 presso il reparto di pianificazione generale e finanziaria dello Stato Maggiore dell'Esercito si sia svolta una riunione tra il Capo ufficio organizzazione delle Forze Armate e le organizzazioni sindacali (F.P. CGIL, UIL P.A., F.L.P. Difesa, UNSA/CONFALS/SIAD, CISL F.P., e RdB/CUB P.I.). Tra i punti all'ordine del giorno discussi anche la soppressione del deposito carbo-lubrificanti di grande capacità di Monopoli;
nel corso della suddetta riunione le organizzazioni sindacali hanno espresso parere contrario al provvedimento di dismissione del deposito carburanti di grande capacità di Monopoli, chiedendo delucidazioni sulle motivazioni di carattere tecnico e i benefici/risparmi derivanti dal provvedimento, nonché l'applicazione della procedura ordinaria per il reimpiego del personale civile (11 P.O. con 10 effettivi);
secondo quanto scritto dallo Stato Maggiore dell'Esercito il deposito carburanti di Monopoli è struttura fatiscente che richiede l'applicazione della dismissione;
il deposito carburanti di Monopoli ha una capacità di stoccaggio pari a 30.000 metri cubi di carburanti e 4.000 tonnellate di oli lubrificanti. La struttura necessita di interventi infrastrutturali pari a 6 milioni di euro a fronte di costi annuali pari a 700.000 euro l'anno per la gestione;
il giorno 11 novembre 2009 il Comando logistico dell'Esercito comunica che è stato ultimato lo sgombero della zona capannoni del deposito di grande capacità di Monopoli ed è stata avanzata all'ispettorato delle infrastrutture la richiesta di cessione dell'area al REPAINFRA competente. Comunica inoltre che entro il 31 dicembre 2009 sarebbe stata fatta l'analisi chimica dei materiali tossici da smaltire, l'esecuzione della gara per lo smaltimento di una prima parte dei rifiuti e la stima dei costi per l'eliminazione delle sostanze residue. Infine, dichiara che entro il primo semestre del 2010 sarà ultimato lo smaltimento dei restanti materiali;
all'interrogante risulta inoltre che il 16 dicembre 2009 si sarebbe svolto l'incontro tecnico riguardante la chiusura del deposito, carburanti di grande capacità di Monopoli;
all'interrogante tuttavia risulta che il 26 e 27 novembre 2008 e il 2 e 3 dicembre 2008 sia stato fatto un sopralluogo presso il 4o deposito carburanti di grande capacità di Monopoli per valutare lo stato della struttura e le attività future;
nella relazione tecnica del 4 dicembre 2008 a firma del Maggiore Sergio Vidinich e del Tenente Colonnello Rocco Leuzzi, al punto 2, veniva riportata tra le attività future la valutazione di possibili sinergie con società petrolifere private atte a consentire il reperimento dei fondi necessari alla ristrutturazione del deposito;
nella relazione viene riferito inoltre che sono stati avviati contatti informali ed esplorativi con l'assessore all'urbanistica del comune di Monopoli, signor Piero Barletta, il quale avrebbe confermato «la disponibilità dell'amministrazione comunale a favorire gli interventi di riqualificazione del deposito, sia in termini di ripristino dello scalo ferroviario che nel sostegno dell'amministrazione al progetto dell'oleodotto presentato dalla Ital Green Energy srl»;
sono stati presi contatti inoltre con la società Ital Green Energy srl, società di produzione di oli commestibili, biofuel, energia e presentatrice del progetto di costruzione di un nuovo oleodotto a Monopoli. In tale occasione si è ipotizzato un allacciamento al deposito per il ripristino delle caricazioni via mare. Nella relazione viene dichiarato che un intervento del Ministero della difesa risulterebbe apprezzato;
il vicepresidente della società Ital Green Energy srl è Pietro Marseglia, figlio di Leonardo Marseglia, proprietario della società Casa Olearia Italiana spa, coinvolto nel 1994 in una indagine della Guardia di finanza che lo portò all'arresto per contrabbando, frode fiscale all'Unione europea e associazione a delinquere, accuse che caddero in prescrizione nel 2004. I Marseglia con la società Agriamerica Corporation controllata dalla Casa Olearia spa nel 1997 hanno dovuto pagare allo Stato 2,5 milioni di euro per evasione fiscale;
nella succitata relazione del 4 dicembre 2008 viene riferito di un sopralluogo effettuato anche dalla società Anonima Petroli Italiana spa (API) per valutare l'eventuale interesse all'utilizzo del deposito carburanti di grande capacità di Monopoli. Si fa presente che il deposito carburanti potrebbe costituire una base logistica interessante per la società non solo per le capacità di stoccaggio delle scorte d'obbligo ma anche quale base operativa nell'attesa dell'ampliamento del deposito API di Barletta previsto nei prossimi cinque anni;
il Ministero dello sviluppo economico ha avviato una serie di procedimenti autorizzativi per la prospezione sismica nel basso adriatico al fine di ricercare idrocarburi per l'impianto di piattaforme petrolifere offshore ad opera della società inglese Northern Petroleum ltd;
otto delle autorizzazioni alle prospezioni sismiche sono localizzate a poche miglia dalla costa tra Monopoli e Ostuni, due di queste hanno completato il percorso autorizzativo;
le suddette scelte del Governo stanno determinando una protesta popolare di opposizione all'installazione di piattaforme petrolifere in un'area a vocazione prettamente turistica. La preoccupazione dei residenti è determinata dallo sfruttamento di una risorsa come il petrolio e gli idrocarburi altamente inquinanti, oltre al rischio possibile di vedersi impiantata una raffineria a tutti gli effetti -:
se quanto riportato in premessa corrisponda al vero;
se sia stato già effettuato lo smaltimento dei residui di sostanze tossiche del deposito carburanti di grande capacità di Monopoli e se siano stati valutati i rischi per la salute della popolazione;
se il Governo sia a conoscenza di eventuali collegamenti tra la dismissione a privati, in modo particolare alla società API, del deposito carburanti grande capacità di Monopoli e le prospezioni sismiche già autorizzate, nonché tra la suddetta dismissione e l'eventuale possibilità di impiantare piattaforme petrolifere nel basso
adriatico;
se il deposito carburanti di grande capacità di Monopoli possa essere ritenuto sito adeguato per la realizzazione di una raffineria, anche considerato il numero di prospezioni sismiche concesse a poche miglia dalla costa di Monopoli.
(5-02335)

Da Colonia(GER): Emissione in lingua italiana
















Un decreto del Ministero dell'Ambiente autorizza la multinazionale Northern Petroleum a effettuare, da gennaio 2010, prospezioni sismiche sui fondali pugliesi alla ricerca dell'oro nero. A rischio ambiente, pesca e turismo. Gli enti locali, in ritardo, si ribellano.

Sulla cartina, a largo delle coste pugliesi, i primi sette punti sono già stati tracciati: isole Tremiti, Molfetta, Monopoli, Torre Egnazia, Brindisi, Gallipoli e Taranto. E' qui che, da metà gennaio 2010, la multinazionale Northern Petroleum darà il via alle operazioni di ricerca petrolifere a una distanza variabile tra i 10 e i 40 km dalla litoranea. Sarebbero inoltre già pronte le procedure per attivare altri 15 punti d'indagine. Ma sono tutti i Comuni pugliesi della costa, e non solo questi, ad essere inevitabilmente coinvolti. Il mare è infatti una risorsa di tutti. Ambiente, zone protette, pesca, turismo: se tutte le località individuate si rivelassero redditizie, la Puglia verrebbe letteralmente circondata da piattaforme petrolifere. Finora un lungo silenzio sulla vicenda, rotto solo dal decreto di autorizzazione del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dei Beni Culturali datato 15 ottobre 2009.
Due le fasi previste: quella delle verifiche (da metà gennaio 2010) e quella della trivellazione dei fondali fino ai 2mila metri di profondità, quest'ultima previa valutazione di impatto ambientale da parte del comitato nazionale (dove però non è ancora stato nominato il rappresentante della Puglia). La Regione intanto, in una corsa contro il tempo, si appellerà al Tar del Lazio. Ma spunta un'inquietante ipotesi: e se a causare lo spiaggiamento di nove capodogli sul Gargano il 10 dicembre scorso, fossero state le onde sonore prodotte dai sistemi di rilevazione dei fondali? Un interrogativo valido anche per il futuro. Ma la Northern Petroleum precisa: "Non siamo stati noi e di certo non abbiamo idea di cosa stiano facendo altre compagnie a largo di Albania, Grecia e Montenegro”.
http://www.funkhaus-europa.de/sendungen/radio_colonia/ital/2009/091222_erdoel.phtml?pbild=0

giovedì 14 gennaio 2010

Scoperte scientifiche


Vendola a Monopoli: Regione fa ricorso


da TRCB-Ostuni - Servizio di Giuseppe Spalluti

Petrolio, la Regione sfida il Ministero: ricorso al Tar


La Regione Puglia ricorrerà al Tar del Lazio contro le autorizzazioni, rilasciate dal Ministero dell' Ambiente, per la ricerca di petrolio e idrocarburi al largo delle coste pugliesi. Il comunicato della giunta regionale, che ieri ha approvato la proposta avanzata dall' assessore all' Ecologia Onofrio Introna, è scarno ma incisivo: la Regione ribadisce così il "no" alle trivellazioni sulle proprie coste e trasforma la battaglia contro il governo, da ideologica a legale. Il mandato agli avvocati di proporre il ricorso giunge a pochi giorni dalla scadenza del termine - il 15 gennaio - entro cui contestare il decreto emanato dal ministero dell' Ambiente, in collaborazione con quello dei Beni culturali, che autorizzava la società inglese della "Northem petroleum" ad avviare le perforazioni al largo della costa di Monopoli. In realtà, sul tavolo della Capitanerie di porto attualmente ci sono altre sei località indicate per le perforazioni (Isole Tremiti, Molfetta, Torre Egnazia, Carovigno, Taranto e Gallipoli), ma si teme che le richieste in giacenza possano essere una ventina. Il ricorso, predisposto attraverso la delibera curata dall' assessore Introna, punta principalmente sulle inadempienze del Ministero, che non aveva ancora nominato nella commissione Via (valutazione impatto ambientale) il rappresentante della Regione. Ieri, gli esponenti del comitato "No petrolio, sì energie rinnovabili", si sono riuniti in un sit-in davanti all' Aula consiliare del Comune di Monopoli dov' era in corso una seduta monotematica sulla questione. «Avremmo voluto fosse aperta per poter accedere al confronto ma non c' è stata data l' opportunità - spiegano dal Comitato - ma intanto continuiamo a proporre una petizione popolare, affinché ogni Comune possa votare atti di indirizzo e assumere iniziative per salvaguardare l' ambiente». Nella giornata, doppio impegno istituzionale a Monopoli per il governatore regionale Nichi Vendola, che ha ribadito il rifiuto dell' esecutivo anche al rigassificatore di Brindisi e il raddoppio della centrale Eni di Taranto. - (f. d. g.)

Repubblica — 12 gennaio 2010   pagina 11   sezione: Bari
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/01/12/petrolio-la-regione-sfida-il-ministero-ricorso.html

Ecco perchè bisogna dire no
















Sembra la vendetta dei sette capodogli spiaggiati sul Gargano. Mentre biologi e veterinari tentano di scoprire cosa ne abbia determinato la tragica fine (ma non un solo magistrato giacchè la procura non ha ancora aperto alcuna inchiesta), la Regione denuncia fra le possibili cause del disastro ambientale le prospezioni petrolifere.
Si scopre così l’esistenza di sette richieste (ma potrebbero essere addirittura quindici) per la costruzione di altrettante piattaforme off-shore al largo della costa pugliese. La prima domanda che da cittadini dobbiamo porci è semplice: conviene al nostro territorio? Non perché si debba ragionare solo in termini di localismo egoista, ma vista la tendenza nazionale a pesare tutto sulla bilancia del federalismo, occorre che insieme a opportunità e risorse si misurino per ciascuna regione anche costi e svantaggi.
Prendiamo la Basilicata: come spiega bene a pagina tre Massimo Brancati, il petrolio ha finora arricchito tutti tranne i lucani. La grande avventura delle estrazioni iniziò negli Anni Venti, e alle popolazioni locali vennero fatte grandi promesse. Come non crederci dopo aver scoperto di essere nati sui più grandi giacimenti di idrocarburi d’Europa? Il sognò durò trent’anni senza mai realizzarsi, perché nel 1950 quei primi pozzi vennero addirittura chiusi ritenendoli (persino da chi li aveva scavati) poco remunerativi.
Tutto fu rinviato di un altro decennio. Nuove perforazioni, nuove speranze. Da quasi vent’anni in Val D’Agri è ormai nato un polo del petrolio, si estraggono 75.800 barili di greggio al giorno che costituiscono l’80 per cento dell’intera produzione nazionale. E forse sono anche di più, anche se nessuno è in grado di dimostrarlo: è infatti la stessa Eni (al momento l’unica che trivella, ma la Total è già al lavoro) ad autocertificare i quantitativi estratti, ed è solo su quelli che paga le royalties, vale a dire le quote di guadagno destinate alle popolazioni locali. Il famoso oro nero, tradotto in denaro contante, equivale per la Basilicata a poco più di 70 milioni di euro l’anno, vale a dire il 7 per cento del petrolio ufficialmente estratto. Lo Stato, per dire, ne incassa un miliardo e 100 milioni. In termini occupazionali la ricaduta poi è addirittura più avara: 80 posti di lavoro in una Regione che per quanto piccola conta oltre 20mila disoccupati.
Visto che viene estratto a casa loro (ogni anno 700milioni di metri cubi), i lucani godono almeno di uno sconto sulle bollette del gas. In compenso però la benzina per le auto continua a costare più a Potenza che a Trento, dove di petrolio non se ne estrae una goccia.
D’accordo, non rendono: ma i pozzi in Basilicata producono danni all’ambiente? I contadini denunciano campi avvelenati e vigneti rinsecchiti, gli ambientalisti raccontano di una costante crescita nella diffusione dei tumori, ma l’emergenza sembra solo virtuale: a misurare l’impatto ambientale provvedono infatti in modo quasi esclusivo quelle centraline di controllo che l’Eni per tranquillizzare la popolazione ha disseminato sul territorio. Certo, ci si fida, ma è come la produzione autocertificata: controllore e controllato coincidono.
E in Puglia come stanno le cose? Le compagnie petrolifere intendono effettuare ricerche di profondità praticamente lungo tutta la nostra costa - da Manfredonia, passando per Monopoli, scendendo giù fino a Brindisi, risalendo oltre il tacco al largo di Gallipoli e fino a Taranto. Cosa accadrebbe se cercando cercando, si scoprisse che i giacimenti ci sono davvero?
Torniamo alla domanda iniziale: converrebbe alla Puglia che davanti alle nostre spiagge e scogliere spuntassero le piattaforme off-shore? Sarebbe congruo che l’impatto ambientale provocato dalle estrazioni incidesse sul valore del nostro mare? Sarebbe utile al territorio mettere a rischio la risorsa del turismo per inseguire il sogno dell’oro nero? Sarebbe insomma conveniente scambiare panfili e pattini con il profilo delle petroliere?
Ovvio che no, e non è solo l’amore per la nostra terra e il desiderio di proteggerne l’integrità a suggerirlo. È anche, più volgarmente, un calcolo economico: nel 2008 il giro di affari dell’industria del turismo in Puglia è stato di 4 miliardi e 300milioni di euro. Vale a dire il quadruplo delle intere royalties incassate dallo Stato per il petrolio lucano, e il 5700 per cento in più delle briciole lasciate alla Basilicata.
La Puglia produce così tanta energia pulita da pretendere, forse pure a buon diritto, di rifiutare una centrale nucleare. Si profilano in queste stesse ore il raddoppio della centrale elettrica nella raffineria Eni di Taranto e la costruzione del contestato rigassificatore a Brindisi. Figuriamoci se adesso possiamo accettare di mettere a repentaglio l’intera economia della regione lasciando che le trivelle perforino il nostro mare a caccia di gas e di petrolio. Che sarà pur sempre oro, ma certamente non per noi.

Autore: Carlo Bollino (Gazzetta del Mezzogiorno)
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDCategoria=273&IDNotizia=294818

mercoledì 13 gennaio 2010

Perchè il Comune non ha fatto ricorso


Pubblichiamo il testo della dichiarazione fatta, a microfoni aperti, da Pierantonio Munno, assessore alle Attività Marinare e Portuali.
"Nell'ultima seduta, quella del 30 dicembre, abbiamo messo al corrente, proprio perché il 29 era arrivato il fax dell'assessore Introna che ci comunicava di aver dato mandato all'Avvocatura. Allora noi eravamo orientati a fare un ricorso nostro nel momento in cui la Regione non si fosse operata.
Abbiamo ricevuto il fax dell'assessore Introna che invitava l'Avvocatura a predisporre immediatamente il ricorso.
Abbiamo convocato il tavolo; ci siamo riuniti il 30 e abbiamo fatto il punto della situazione nel quale ho esplicato quale era il percorso con cui avevo già...ehhh .... l'avevo già logicamente formulato e confrontato con l'Avvocatura, con l'avvocato Lorenzo Di Bello col quale avevamo in effetti verificato che, dato che c'era certezza ora del ricorso regionale, di far sì che l'Avvocatura facesse il proprio ricorso coinvolgendoci tutti e noi, a nostra volta come Amministrazione coinvolgendo le altre Amministrazioni.
Dopo di che, essendoci la possibilità del ricorso o entro 60 giorni e quindi con la scadenza del 15 gennaio o entro i 120 giorni al Capo dello Stato, si è scelto l'opportunità di valutare il ricorso della Regione e quindi successivamente attendere anche i 30 giorni per far sì...per ottenere magari una sospensiva dal Tar e quindi avere già un dato concreto o nell'eventualità poter riservarci sempre la possibilità di ricorrere verso il Capo dello Stato, valutando anche che un ricorso, per essere abbastanza fondato doveva necessariamente entrare nel merito, non soffermarsi soltanto alle questioni di  diritto, per cui la questione del merito sicuramente richiedeva l'individuazione e la nomina di un tecnico.
Logicamente stiamo parlando del 30 dicembre che è avvenuto questo: ci saremmo affacciati all'incirca al 6-7 gennaio, per cui, con l'ausilio sempre dell'Avvocatura si è valutato che difficilmente si sarebbe potuto fare un ottimo ricorso entrando nel merito. Per cui siamo rimasti dell'idea di fare quello, così quanto detto prima, cioè di far sì che la Regione faccia il proprio ricorso e noi valuteremo se farne uno al Capo dello Stato o auspichiamo magari un risultato positivo già con quello della Regione e quindi con una sospensiva, una eventuale sospensiva del TAR nell'arco dei 30 giorni".

I cittadini leggano e giudichino.
In buona sostanza, prima si è perso un anno per la lettera dimenticata  e poi, per 8 giorni si è brindato al Nuovo Anno. Alla fine è mancato il tempo per preparare il ricorso!

Predicare bene razzolare male











Dev'essere stato assolutamente irrefrenabile per il sindaco Romani lo stimolo "idrico" che lo ha preso la mattina del 12 gennaio scorso, quando, in Consiglio Comunale, dopo una maratona di oltre 5 ore di dibattito sul tema del petrolio a Monopoli si era sul punto di passare alla votazione.
Ad ogni consigliere erano stati concessi 30 minuti per parlare (il doppio del tempo "normale") ed in tanti ne avevano approfittato.
Pensate: 5 ore di parole e tutte sullo stesso argomento.
E per di più TUTTI d'accordo: "Questa piattaforma non s'ha da mettere!" o ancora: "Non passa lo straniero!".
Chi col flauto (Perricci), chi con squilli di tromba (Ciaccia), chi al pianoforte (Suma), chi stonando un bel po' (Spinosa), TUTTI si erano trovati d'accordo nel dichiarare che "la salute, prima di tutto, bla, bla", "Monopoli città turistica... bla bla", "la nostra agricoltura da qualificare bla bla", "abbiamo le coste più belle del mondo e non ce le faremo oltreggiare!" BLA! BLA!
Il presidente del Consiglio Comunale, poi, Leonardo Corallo, era stato persin commovente, quando con voce rotta dall'emozione e ingoiando saliva a fatica tra un capoverso e l'altro, aveva letto un documento scritto dai Parroci di Monopoli, nel quale (citando parole del Papa) si faceva appello al rispetto del Creato e della Natura.
Al termine del dibattito il sindaco, molto lucido dopo una siffatta maratona, concludeva con parole che sembravano persino troppo assennate per un volto da così bravo ragazzo!
Sembrava insomma una partita da 4 a 0, senza scampo per l'avversario comune!
E' stato al momento di passare ai voti (fare ricorso o no contro il progetto inglese sul petrolio) che Romani si è alzato ed è corso fuori.
I suoi votavano contro il ricorso.
Lui, Ponzio Pilato Romani si lavava le mani ma non la coscienza.
Dal sito di Romani: 
...Politiche turistiche volte a rendere inequivocabilmente chiara la necessità di imprimere alla vocazione turistica di questa città una svolta epocale, in grado di realizzare un “circuito turistico” che deve guardare anche e soprattutto alla salvaguardia della risorsa naturale fondamentale, e al collegamento di tutti i settori strategici ad essi collegati...

Il Consiglio Comunale dell'11 gennaio 2010



da TRCB-Ostuni - Servizio di Giuseppe Spalluti

martedì 12 gennaio 2010

La Chiesa di Monopoli CONTRO il Progetto petrolio
























La lettera che segue è stata redatta dai parroci e verrà consegnata alla Comunità di Monopoli domenica prossima nelle Messe.

La Chiesa ha una responsabilità per il creato e sente di doverla esercitare, anche in ambito pubblico, per difendere la terra, l’acqua e l’aria, doni di Dio creatore per tutti, e anzitutto per proteggere l’uomo contro il pericolo della distruzione di se stesso» (n. 12).
E’ questo un passaggio del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI in occasione della celebrazione della 43 Giornata Mondiale della Pace 2010, la cui traccia di riflessione quest’anno è stata incentrata sul tema della salvaguardia del creato.
Nelle parole del Santo Padre, ancora una volta, è risuonato l’insegnamento della Chiesa in difesa dell’ambiente contro il suo sfruttamento irresponsabile: «non è difficile…costatare che il degrado ambientale è spesso il risultato della mancanza di progetti politici lungimiranti o del perseguimento di miopi interessi economici, che si trasformano, purtroppo, in una seria minaccia per il creato. Per contrastare tale fenomeno, sulla base del fatto che «ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale», è anche necessario che l’attività economica rispetti maggiormente l’ambiente. Quando ci si avvale delle risorse naturali, occorre preoccuparsi della loro salvaguardia, prevedendone anche i costi – in termini ambientali e sociali -, da valutare come una voce essenziale degli stessi costi dell’attività economica» (Messaggio del Papa, n. 16).
In questa luce, la comunità ecclesiale di Monopoli, raccogliendo anche le paure delle popolazioni della nostra città e delle limitrofe comunità civiche interessate, desidera levare la sua voce per esprimere la viva preoccupazione per la paventata installazione di piattaforme petrolifere, al largo della nostra costa adriatica, che rischiano di provocare gravi danni in termini di inquinamento ambientale e nocumento alla salute dei cittadini nonché la deturpazione della nostra bella costa, con possibili pesanti conseguenze sull’economia del nostro territorio, legata all’attività di marineria e alla ricezione turistica, senza peraltro una realistica e sensibile ricaduta positiva sul terreno della creazione di nuovi posti di lavoro.
Come cittadini siamo consapevoli che lo sviluppo e la sicurezza del nostro Paese passa attraverso la soluzione dell’annoso problema del fabbisogno energetico. Tuttavia, in sintonia con il magistero sociale della Chiesa, siamo altresì convinti che «il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi, gli stili di vita, i modelli di consumo e di produzione attualmente dominanti, spesso insostenibili dal punto di vista sociale, ambientale e finanche economico» (Messaggio del Papa, n. 21).
Per questi motivi, mentre ci sentiamo sollecitati, come comunità educante, a promuovere e sostenere percorsi di sensibilizzazione e formazione per la diffusione di una autentica coscienza ecologica, che mirino alla protezione e alla cura del creato, auspichiamo una mobilitazione morale e spirituale che vada nella direzione di una scelta decisa per uno sviluppo economico eco-sostenibile, capace di fornire soluzioni soddisfacenti ed armoniose alla relazione tra l’uomo e l’ambiente.
Con questi sentimenti nel cuore, assicuriamo la nostra fattiva collaborazione ed esprimiamo il nostro sostegno a tutte le iniziative tese a far sentire e difendere le ragioni del nostro territorio presso le competenti autorità governative per garantire alla nostra comunità cittadina un futuro sereno e costruttivo.
Monopoli, 11.01.2010

lunedì 11 gennaio 2010

Rumors...

domenica 10 gennaio 2010

Tommy e il polpo



Il provetto cacciatore di polpi che vedete nel filmato (cliccare il triangolino, a sinistra sotto il riquadro) non è uno qualunque.
E' nientemeno che Tommy Attanasio, consigliere regionale PDL, membro della V Commissione del Consiglio regionale Puglia (Ecologia, Tutela del Territorio e delle Risorse Naturali, Difesa del suolo, Risorse Naturali...), dal 1978 dirigente dell’azienda di famiglia nel settore del commercio dei prodotti petroliferi.
Un petroliere a difesa dell'ambiente, insomma.
Sarebbe come mettere una volpe a difesa del pollaio!!!

E infatti è il paladino delle piattaforme petrolifere... a scoppio ritardato.
Ha affermato PUBBLICAMENTE che PER ORA possiamo stare tranquilli: le piattaforme ce le metteranno SOLTANTO fra 5 anni!!!

Forza Tommy! Datti da fare a catturare polpi. Adesso e per 5 anni!...
Poi lo potrai fare solo nella tua vasca da bagno!

Il video è sulla pagina di Facebook di Tommy Attanasio ed è messo a disposizione dalla sua graziosa figliola.

sabato 9 gennaio 2010

Zitti, zitti! Piano, piano!























Marina mi scrive su questo blog una lettera un po' rassegnata:
"... E' tutto uno schifo ma credo che sia così che funziona l'economia..."
e riporta espressioni di senso comune:
"...anche le nostre auto vanno a benzina, anche noi usiamo la corrente elettrica e senza petrolio il progresso arretrerebbe..." e ancora "...purtroppo....è il caro prezzo da pagare per il progresso..."
Credo che questo sentire sia comune a molti.
Per questo rispondo a Marina e a quelli che la pensano allo stesso modo.

Cara Marina,
al mondo ci sono ingegneri, preti, avvocati, massaie.... ovvero ognuno segue la propria strada.
E' impensabile che tutti facciano tutto. Analogamente in certe zone del mondo si producono pistacchi, in altre automobili, in altre arance o scarpe.
Qualcuno (non io) ha appioppato a Monopoli la definizione di "Città turistica" (ci sarebbe da scrivere un libro di barzellette, a questo proposito) e tutto sommato alla gente locale e ai "foresti" non dispiace venirsi a bagnare nelle nostre acque. Diciamo che finora la nostra vocazione è stata più turistica che "petroliera"!
Dobbiamo estrarre petrolio solo perchè ci serve ogni tanto andare a fare il pieno? e allora perché non aprire a Monopoli anche una fabbrica di auto o piantare banane visto che andiamo a comprarle e arrivano da chissadove?
Nella propria vita ognuno fa delle scelte e lo stesso vale per una comunità. Se la maggioranza dei cittadini delle città interessate si convincono e scelgono l'opzione petrolio, io mi rimetto alla scelta dei più (combattendo fino all'ultimo per le mie idee).
Ma non mi sta bene che invece la scelta del petrolio venga fatta ascoltando in sottofondo il coro dell'ultimo atto del Barbiere di Siviglia:
Zitti, zitti! Piano, piano!
senza fare confusione
per la scala del balcone...
O se vogliamo rispolverare il nostro dialetto:
"Alla z'g'r'duna" o anche "Alla sc's d'Crest!)
(absit iniura verbis)

Un petroliere che tutela il territorio


















Per uno come me che è emigrato da Monopoli oltre 40 anni fa (ma sono ritornato tutti gli anni per stare qualche giorno con i miei familiari) è normale NON conoscere a Monopoli un sacco di gente.
I politici, in primis (poco male!).
Devo dire, però, che questa vicenda del petrolio sta parzialmente ovviando a tale mancanza: i miei sono rapporti di "penna" (per ora) con molti cittadini, alcuni gratificanti, altri interessanti, qualcuno "curioso".
Ogni giorno scopro un nome nuovo e stamattina vengo a conoscenza dell'esistenza di un tale Attanasio: confesso che finora sapevo solo di un "Attanasio, cavallo vanesio" film del 1953 con Renato Rascel.
Il signor Attanasio (che non c'entra niente col cavallo vanesio) è consigliere regionale (PDL) e componente della Commissione Ambiente della nostra Regione (God save us!), in pratica dice: "Le piattaforme non ci saranno fra 6 mesi, ma fra 5 anni!"
Come dire ad un condannato: "Sorridi, ti fuciliamo. ma non adesso! solo tra qualche anno!".
Immaginate le risate del poveretto!
Che ci fa l'Attanasio ("dirigente dell’azienda di famiglia nel settore del commercio dei prodotti petroliferi") in Commissione Ambiente? L'esperto di carburanti? E' in Commissione "Tutela dell'Ambiente" perché petroliere?
Ricordo che il sunnominato Rascel, cantava:
"Mamma ti ricordi quando ero piccoletto,
che mi ci voleva la scaletta avanti al letto!
Ora sono cresciuto, mamma mia, devi vedere:
Figurati che faccio il Consigliere".
("Corazziere" nella versione originale)

"Dal 1978 è dirigente dell’azienda di famiglia nel settore del commercio dei prodotti petroliferi, trasporti ed impianti tecnologici". Fa parte della V Commissione del Consiglio Regionale Puglia (Ecologia, Tutela del Territorio e delle Risorse Naturali, Difesa del suolo, Risorse Naturali, Urbanistica, Lavori Pubblici, Trasporti, Edilizia Residenziale).
Fonte: Regione Puglia

2 miliardi di lire per la metanizzazione



















Ci si continua ad accapigliare sui denari erogati a Monopoli per la metanizzazione.
Sono arrivati? non sono arrivati?, sono arrivati ma che ci azzeccano col petrolio?
Il dirigente smentisce, il deputato conferma. Facciamo chiarezza una volta per tutte.
Ne ho già parlato in un post precedente su questo blog 2 settimane fa(!) e credevo di essere stato chiaro; cliccate qui sotto:
http://mare-pulito.blogspot.com/2009/12/scebbanz-2.html

I famosi 2 miliardi di lire giunti a Monopoli per la metanizzazzione risultano SENZA OMBRA DI DUBBIO da un documento pubblicato sul sito dell'UNIMIG (all'interno delle pagine del Ministero per lo Sviluppo).
UNIMIG significa: Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e la geotermia, non si occupa di distribuzione di metano ma:
"UNMIG continua tuttora a svolgere il suo compito, consistente fondamentalmente nell'applicazione delle normative e nella gestione delle procedure amministrative che disciplinano il conferimento dei titoli minerari e le conseguenti attività di ricerca e coltivazione, nell'approvazione dei programmi e delle operazioni e nell'effettuazione dei necessari controlli sugli stessi.
Tali compiti vengono svolti sia per le attività di terraferma che per quelle marine."
Se cliccate qui sotto potete leggervi anche il resto:
http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/info/mpres.htm
IN POCHE PAROLE UNIMIG è l'ente statale che autorizza e controlla le società che chiedono di estrarre petrolio e gas e ne incassa le royalties.
Nella pagina che ho linkato sopra, se guardate nella colonna di sinistra e cliccate su ROYALTIES, trovate (per il 2008 ed il 2009) l'elenco delle società petrolifere che hanno pagato royalties (con i rispettivi importi di ciascuna) e la lista di chi (stato, regioni, comuni) ha preso i soldi (con i rispettivi importi).
Come ovvio il totale delle royalties pagate dalle compagnie è pari al totale delle royalties incassate. I 2 miliardi dati a Monopoli sono qui.
NON C'E' OMBRA DI DUBBIO, potete verificare voi stessi.
E' a questo punto che io non capisco e chiedo lumi:
A che titolo UNIMIG riversa su Monopoli questi quattrini?
Chi scrive è un "malpensante" (come si dice a Monopoli:
si tratta di un "do ut des" (malandrino e segreto perchè finora sconosciuto alla gente)?
E' forse uno scellerato acquisto del silenzio?
O magari semplicemente un gentile cadeau perché siamo dei gran simpaticoni?

I Capponi di Renzo


















[...]Ora stendeva il braccio per collera, ora l'alzava per
disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in
tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle
quattro teste spenzolate; le quali intanto s'ingegnavano a
beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra
compagni di sventura. [...].
Così Alessandro Manzoni, nel terzo capitolo de “I promessi sposi”,
descriveva i capponi che Renzo stava portando con sé presso
l'avvocato cui avrebbe chiesto una consulenza.
Si tratta di una perfetta metafora di quanto sta accadendo a Monopoli.
Si disquisisce del sesso degli angeli, ci si schiera fieramente
da una parte o dall'altra della barricata, si fanno accuse senza
senso e intanto si perde di vista la sostanza:
VOGLIAMO TUTTI INSIEME allearci per far un fronte comune?
A TUTTI i monopolitani fa girare o no le scatole
che qualcuno senza chiedere permesso entra in casa nostra a fare i propri comodi?
Intanto che facciamo "ammujna" la Northern Petroleum fa gli affari suoi
e mi ricorda la famosa frase di Tito Livio (Storie, XXI, 7):
"Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur".
Tradotta, letteralmente, significa: "mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata".
Ci si riferisce alla spagnola città di Sagunto che era assediata da Annibale
nel 219 a.C. Arrivarono a Roma gli ambasciatori della città per chiedere un intervento per respingere l'assedio. Ci si perse in chiacchiere e dopo otto mesi di combattimenti la città si arrese e Annibale la rase al suolo.
Indovinate un po' chi è Sagunto stavolta?