sabato 9 gennaio 2010

I Capponi di Renzo


















[...]Ora stendeva il braccio per collera, ora l'alzava per
disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in
tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle
quattro teste spenzolate; le quali intanto s'ingegnavano a
beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra
compagni di sventura. [...].
Così Alessandro Manzoni, nel terzo capitolo de “I promessi sposi”,
descriveva i capponi che Renzo stava portando con sé presso
l'avvocato cui avrebbe chiesto una consulenza.
Si tratta di una perfetta metafora di quanto sta accadendo a Monopoli.
Si disquisisce del sesso degli angeli, ci si schiera fieramente
da una parte o dall'altra della barricata, si fanno accuse senza
senso e intanto si perde di vista la sostanza:
VOGLIAMO TUTTI INSIEME allearci per far un fronte comune?
A TUTTI i monopolitani fa girare o no le scatole
che qualcuno senza chiedere permesso entra in casa nostra a fare i propri comodi?
Intanto che facciamo "ammujna" la Northern Petroleum fa gli affari suoi
e mi ricorda la famosa frase di Tito Livio (Storie, XXI, 7):
"Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur".
Tradotta, letteralmente, significa: "mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata".
Ci si riferisce alla spagnola città di Sagunto che era assediata da Annibale
nel 219 a.C. Arrivarono a Roma gli ambasciatori della città per chiedere un intervento per respingere l'assedio. Ci si perse in chiacchiere e dopo otto mesi di combattimenti la città si arrese e Annibale la rase al suolo.
Indovinate un po' chi è Sagunto stavolta?

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