Quello che segue è un Comunicato diffuso ieri da "La Fabbrica di Nichi".
Indagini sottomarine nei fondali pugliesi - la posizione della Regione Puglia
In merito alla questione delle indagini sottomarine effettuate sui fondali pugliesi dalla Northern Petroleum, crediamo sia necessaria un po’ di chiarezza, considerate le voci artatamente alimentate in questi giorni per gettare ombre e discredito sull’operato della giunta regionale.
Chiariamo subito che la presenza del Presidente Vendola alla manifestazione indetta a Monopoli contro le piattaforme petrolifere dovrebbe costituire un importante caposaldo della discussione, così come il ricorso presentato dal Presidente Vendola al TAR del Lazio contro il Ministero dell’Ambiente e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dovrebbe sgombrare definitivamente il campo da ombre e sospetti riguardo le intenzioni della giunta pugliese e la sua ferma volontà di difendere il territorio e il mare di Puglia dagli stupri ambientali.
Ma questo non è stato sufficiente per cui siamo costretti a fare una ricostruzione dei fatti, basandoci proprio sulle motivazioni del ricorso presentato al TAR del Lazio.
Il ricorso presentato si basa su tre motivazioni: la mancanza di chiarezza del progetto presentato dalla Northern Petroleum, al fine di aggirare i controlli della valutazione di impatto ambientale (VIA); l’estromissione della Regione Puglia dalla valutazione di impatto ambientale; la valutazione lacunosa dei rischi ambientali connessi al progetto.
Trattiamo punto per punto: gli elaborati della Northern Petroleum si fondano su dati approssimativi, in quanto offrono un quadro solo parziale, evitando accuratamente di inquadrare l’intervento in una prospettiva più ampia, che è quella di sottoporre a sfruttamento il litorale pugliese su vasta scala e a pochi chilometri dalla costa. Lo scopo finale dell’azienda consiste nella installazione lungo tutto il litorale adriatico pugliese di infrastrutture petrolifere. La società interessata ha omesso di presentare uno studio di impatto ambientale esteso a tutti gli interventi che essa stessa ha in programma di eseguire nella stessa zona (quattro oggetto di indagine e tre già assentiti con permesso di ricerca), ma ha arbitrariamente frazionato il progetto complessivo in sette distinti lotti, in assenza di qualsiasi giustificazione tecnica; né si è preoccupata di evidenziare e analizzare il cumulo di impatti ed implicazioni connesso alla coesistenza di più progetti contigui tra loro e adiacenti all’area già in corso di sfruttamento da parte di AGIP.
Anche per tali ragioni, l’intero iter procedurale, in ogni sua parte, risulta viziato.
C’è anche un altro vizio di forma nella presentazione dei documenti da parte della Northern Petroleum: le integrazioni apportate al progetto originario con nota del 10.12.2008 non sono state pubblicate, come impone la legge che disciplina le istanze di VIA, e sono state prodotte e depositate quando era già passato il termine di sessanta giorni dalla prima istanza. Il modus operandi della Northern Petroleum ha di fatto violato la Convenzione di Aarhus che impone il coinvolgimento della società civile nelle questioni di rilievo ambientale; il tutto, sotto il silenzio dei Ministeri coinvolti.
Veniamo al secondo punto: la Regione Puglia non è stata coinvolta nella valutazione del progetto, nonostante la legge che disciplina l’istituzione della Commissione VIA (verifica di impatto ambientale) preveda che “Per le valutazioni di impatto ambientale di infrastrutture e di insediamenti, per i quali sia riconosciuto, in sede di intesa, un concorrente interesse regionale, la Commissione è integrata da un componente designato dalle regioni interessate” entro 15 giorni dalla formazione della Commissione. La Regione Puglia ha provveduto tempestivamente alla designazione del proprio rappresentante, prima in data 28.1.2008, e in seguito con nota prot. n. 138 del 9.1.2009, indicando l’ing. Gennaro Russo, Dirigente dell’Assessorato all’Ecologia.
La designazione della Regione è rimasta priva di riscontro ed è stata del tutto disattesa, dato che il Ministero non ha provveduto ad integrare la composizione della Commissione Tecnica come si può evincere dalla documentazione prodotta dal Ministero (decreti prot. n. GAB/DEC/194/2008 del 23.6.2008 e GAB/DEC/217/2008 del 28.7.2008). Solo il 25 maggio 2009, quando il parere di VIA in esame era già stato formulato, il Ministero, con inspiegabile ritardo, ha proceduto all’inserimento del componente di designazione regionale (cfr. decreto GAB-DEC-2009-0000041); peraltro, il decreto in questione è stato comunicato alla Regione con ulteriore abnorme ritardo, ovvero solo in data 21.12.2009 e solo su specifica richiesta dell’Amministrazione regionale.
Per concludere, la valutazione del progetto della Northern Petroleum da parte della Commissione e dei Ministeri interessati, non è stata effettuato correttamente e con la piena cognizione degli effetti che questo avrebbe sull’ambiente e sul mare pugliese, anche perché, come già accennato, la Northern Petroleum ha suddiviso il proprio progetto. E’ evidente che la Northern Petroleum aveva l’obbligo di presentare un’unica istanza di compatibilità ambientale, mentre lo scorporo in più lotti ha impedito una valutazione complessiva delle criticità ambientali derivanti dall’attività proposta.
Tuttavia, il Ministero dell’Ambiente e la Commissione Tecnica erano perfettamente in grado di valutare la necessità di una VIA estesa a tutti i progetti della Northern Petroleum, considerato che hanno valutato le diverse istanze con decreti prodotti tutti in data 14.11.2009.
Inoltre, il progetto presentato per l’indagine sottomarina con metodi geosismici, richiedeva una maggiore cura dei rischi associati a questa metodologia, riconosciuti da tutti gli Istituti internazionali e completamente omessi, o sottovalutati dal Ministero e dalla Commissione tecnica. Nello Studio di Impatto Ambientale per una delle autorizzazioni richieste, infatti, non c’è traccia di specifici studi sull’area di indagine.
Va sottolineato inoltre come purtroppo il parere della Regione Puglia nella valutazione di impatto ambientale nazionale non sia vincolante. Ricordiamo infatti il precedente del rigassificatore di Brindisi che sarà realizzato per volere della Commissione Tecnica nazionale, nonostante il parere negativo espresso dalla Regione Puglia.
La fabbrica di Nichi
Per la gioia dei lettori di questo blog ecco i 3 decreti argomento del ricorso al Tar:
Risposta
Del ricorso sapevamo già tutto: è stato presentato appena in tempo utile a ridosso dei termini di scadenza (14 e 15 gennaio 2010).
I decreti impugnati sono:
Del ricorso sapevamo già tutto: è stato presentato appena in tempo utile a ridosso dei termini di scadenza (14 e 15 gennaio 2010).
I decreti impugnati sono:
- decreto n.1347 del 14 ottobre 2009
- decreto n.1348 del 14 ottobre 2009
- decreto n.1349 del 15 ottobre 2009
Poi il 22 gennaio scorso il Presidente Vendola ha fatto la famosa dichiarazione che ci ha persino emozionati:
"Qualunque ritorno a una idea antica di crescita economica fondata sullo stupro ambientale da noi sarà rigettata con fermezza e determinazione... Il nostro petrolio sono i giovani, sono i ricercatori, sono i talenti."
(La leggete integralmente su questo blog in un post precedente)
Il 23 gennaio ha partecipato alla ormai famosa marcia No-Petrolio svoltasi a Monopoli.
Il 29 gennaio sono venute alla luce le famose sei delibere pro-Petrolio firmate da Vendola su relazione dell'Assessore all'Ecologia, Prof. Michele Losappio.
La smentita o la precisazione (o il mea culpa) devono riguardare quest'ultimo episodio non fatti precedenti apprezzati e conosciuti da tutti ma che non spiegano e tanto meno assolvono comportamenti precedenti.
Vendola ci dica francamente perché appose quelle firme.
Mi permetto di suggerire delle ipotesi:
a) Non ha mai firmato quelle delibere e che la notizia delle firma è falsa;
b) Ha firmato (6 volte) ma non se n'è accorto (6 volte);
c) Ha firmato senza sapere cosa firmava perché non si può leggere tutto e ci si deve fidare degli assessori e dei dirigenti;
e) Credeva di fare una cosa buona ma adesso ha capito che era sbagliata e che d'ora in poi, bla bla... A tutti può capitare di sbagliare una valutazione.
- decreto n.1348 del 14 ottobre 2009
- decreto n.1349 del 15 ottobre 2009
Poi il 22 gennaio scorso il Presidente Vendola ha fatto la famosa dichiarazione che ci ha persino emozionati:
"Qualunque ritorno a una idea antica di crescita economica fondata sullo stupro ambientale da noi sarà rigettata con fermezza e determinazione... Il nostro petrolio sono i giovani, sono i ricercatori, sono i talenti."
(La leggete integralmente su questo blog in un post precedente)
Il 23 gennaio ha partecipato alla ormai famosa marcia No-Petrolio svoltasi a Monopoli.
Il 29 gennaio sono venute alla luce le famose sei delibere pro-Petrolio firmate da Vendola su relazione dell'Assessore all'Ecologia, Prof. Michele Losappio.
La smentita o la precisazione (o il mea culpa) devono riguardare quest'ultimo episodio non fatti precedenti apprezzati e conosciuti da tutti ma che non spiegano e tanto meno assolvono comportamenti precedenti.
Vendola ci dica francamente perché appose quelle firme.
Mi permetto di suggerire delle ipotesi:
a) Non ha mai firmato quelle delibere e che la notizia delle firma è falsa;
b) Ha firmato (6 volte) ma non se n'è accorto (6 volte);
c) Ha firmato senza sapere cosa firmava perché non si può leggere tutto e ci si deve fidare degli assessori e dei dirigenti;
e) Credeva di fare una cosa buona ma adesso ha capito che era sbagliata e che d'ora in poi, bla bla... A tutti può capitare di sbagliare una valutazione.
E credo che la sua gente apprezzerà una franca dichiarazione sull'argomento, le sue scuse e la volontà di cambiare registro per il futuro.
Per la gioia dei lettori di questo blog ecco i 3 decreti argomento del ricorso al Tar:
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